
Si ricorre alla cancellazione protesti quando un pagamento viene protestato, per intenderci può essere un assegno non pagato segnalato da un ufficiale giudiziario.
I protesti vengono registrati nel Registro Informatico della Camera di Commercio, una banca dati ufficiale dove vengono immessi tutti i nominativi delle persone che hanno subìto una levata di protesto negli ultimi 5 anni.
È sempre l’ufficiale Giudiziario a ratificare la segnalazione del mancato pagamento di una cambiale o di un assegno bancario/postale. Il soggetto interessato può rimediare chiedendo appunto la cancellazione, ovvero presentando apposita istanza al Tribunale di competenza. L’eliminazione avviene in modo automatico dopo 5 anni.
Gli uffici di cancellazione protesti
In Italia e nella Capitale sono tanti gli uffici adibiti alla cancellazione protesti assegni e cambiali. Ma, prima di avviare la procedura è bene avere le idee chiare su come presentare la domanda di cancellazione senza incorrere in sanzioni e imperfezioni che renderebbero nulla la domanda.
La domanda di cancellazione del protesto può essere presentata nei casi in cui il debitore abbia provveduto al pagamento del debito entro un anno dal protesto; oppure sia stato protestato per errore; o se il Tribunale competente gli abbia concesso la Riabilitazione.
La strada alternativa prevede di attendere 5 anni dal momento in cui il protesto è stato iscritto nel relativo Registro Informatico, che, ricordiamo, è di pubblico dominio.
È importante sapere a chi rivolgersi per una pratica così delicata e che può nuocere gravemente alla reputazione di una persona, per cui la scelta dell’ufficio giusto è il primo passo per una vita finanziaria più serena. Spesso chi ha a che fare con un protesto non sa come rimediare ed è fin troppo facile incappare in errori e conseguenti sanzioni. Solo gli esperti del settore hanno gli strumenti per procedere nel pieno rispetto della legge! Per ulteriori informazioni potete consultare www.cancellazione-protesti.it.